Il signor M ha smesso di scrivere

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Lampi di vita

Una striscia di sole invade la stanza attraverso la tenda scostata e taglia in due la scrivania. Un insieme disordinato di penne, fogli, matite, libri e ancora carta, ha invaso tutta la scrivania.

Il sole sulla fronte dona un dolce tepore e socchiude gli occhi. Una strana sensazione pervade tutto il corpo.

Quasi senza accorgersene lo sguardo viene rapito dalla luce e la segue fino alla finestra. Improvvisamente tutte le cose intorno incominciano a luccicare e a brillare di luce e la mano lascia cadere la penna sul foglio pieno di segni neri. Come tanti cicatrici sulla pelle bianca a dimostrazione del vissuto.

La mano sfiora leggera il foglio e ne percepisce le variazioni, la profondità dei segni lasciati da una mano decisa, armata di inchiostro e sudore, di fatiche e sacrifici, di giorni trascorsi senza accorgersi dell’alternarsi degli umori del cielo, a rincorrere frasi e parole che non volevano saperne di lasciarsi andare dal fiume dell’inchiostro per stendersi sulla roccia, a volte ispida, del foglio.

Ma la mano non riesce a distogliere gli occhi dal sole e dalla finestra.

Quasi senza accorgersene è in piedi, di fronte alla finestra e di fronte ad un mondo che a quello sguardo pareva nuovo.

All’improvviso un rumore di passi, la porta che si chiude e il sole rimane ad illuminare una stanza vuota.

Il Sig. M ha smesso di scrivere.


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